
Conosciamo insieme La Bella di Cerignola, una tipologia di oliva che arriva dalle terre pugliesi. Scopriamo la sua storia e il suo metodo di produzione, che parte dalla raccolta e arriva fino alla distribuzione.
Tutto quelle che occorre per la lavorazione de La Bella di Cerignola, sia per le olive di colore verde che per quelle di colore nero.
La caratteristica che distingue La Bella di Cerignola dalle altre olive è la sua misura, infatti è grande quanto una susina e può pesare fino ad 11 grammi. È unica al mondo non solo per la sua grandezza, ma anche per la sua forma allungata e la sua polpa croccante. Nel 2000 La Bella di Cerignola ha ottenuto il marchio DOP ed è diventata un vero e proprio simbolo della Puglia. Ne esistono due tipologie: quella verde (che è anche quella più conosciuta) e quella nera che negli ultimi anni è andata ad affiancare la variante classica.
Il loro processo produttivo è molto delicato e viene stabilito in base alla colorazione che si vuole avere e al gusto, cercando di eliminare la parte più amara per dare spazio a quella dolce. Il raccolto avviene ai primi di ottobre e viene fatto rigorosamente a mano, per evitare in alcun modo che le olive tocchino il suolo. Una volta giunte in laboratorio si effettua un’ulteriore scrematura. Vengono eliminate quelle con qualche imperfezione e le restanti vengono suddivise in base al colore.
Dopo questo passaggio sia le olive verdi, sia quelle nere, vengono lavorate con due metodi differenti. Alle verdi viene tolto l’amaro grazie ad una soluzione alcalina, in seguito vengono messe in salamoia per un periodo che oscilla tra i 30 e i 60 giorni. Mentre le nere vengono direttamente messe in salamoia per circa 30 giorni. In seguito si pensa ad addolcirle con una soluzione alcalina, che le fa diventare anche nere.